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Renato Ciavola

Nacqui senza saperlo

Incontro con Paolo del Vaglio, angelo dell'umorismo
21 Agosto 2016 | Recensione di
Cover di
Scheda
Il Pennino
2015
€ 15,00
Nato e residente a Fabriano (AN), Renato Ciavola è cartoonist, illustratore, grafico, giornalista, promotore della lettura e del fumetto.

Indurre il sorriso in modo discreto, stimolando la riflessione, non è impresa da poco. Attraverso le sue strisce umoristiche (successione di vignette che formano una mini-storia), Paolo del Vaglio sapeva farlo. E piuttosto bene. Artista, intellettuale e uomo di fede, in oltre settant’anni di carriera l’autore partenopeo (Napoli, 1928-2014) ha portato sulle pagine di quotidiani, settimanali e mensili del Paese angeli e diavoli, frati, poeti e comuni mortali. Una schiera di personaggi che, a dispetto di grafica e dialoghi sempre più stilizzati, riuscivano a leggere la realtà sotto un’ottica evangelica.

Che si tratti di Pigy (l’angioletto approdato nel 1966 a «La Tribuna illustrata» e poi su «L’Avvenire»), di Dante (il vate realizzato per «La Fiera letteraria») o di Frate Angelico (protagonista di spassose strisce sul «Messaggero di sant’Antonio», rivista con la quale l’autore ha collaborato per quasi trent’anni), le «creature» di Paolo del Vaglio testimoniano tutte quella «Verità sorridente» che invita a non prendersi troppo sul serio, mentre ci si abbandona a Dio e alla misericordia. «Finché ci sarà spazio per il sorriso della Verità, il mondo potrà ancora avere una speranza più forte del dolore e della morte» scrive monsignor Bruno Forte, vescovo di Chieti-Vasto, nella presentazione al libro Jubilemus!, una raccolta di strisce di Paolo del Vaglio pubblicata nel 1999, in vista del giubileo del 2000, e ora ristampata dalle Edizioni Paoline (pagine 48, € 4,00).

E sempre all’artista cattolico è dedicato Nacqui senza saperlo (Il Pennino), dove il cartoonist Renato Ciavola ripercorre le tappe principali della vita di del Vaglio a partire da un’intervista del 2010. Il risultato è un ritratto indimenticabile del maestro. Quel signore distinto, che portava il paltò, sempre accompagnato dalla moglie Bruna, «era un buono vero e tutte le sue battute, come le sue vignette, hanno sempre avuto un sapore delicato, un tocco leggero, degli spunti per riflettere con un sorriso» scrive Dino Aloi nella prefazione al libro. Paolo del Vaglio, continua il fumettista, «è un pezzo di storia del disegno umoristico italiano imprescindibile». Per questo «va ricordato, sempre».

Data di aggiornamento: 21 Agosto 2016

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