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Pietro Bartolo, Lidia Tilotta

Lacrime di sale

La mia storia quotidiana di medico di Lampedusa fra dolore e speranze
04 Dicembre 2016 | Recensione di
Lacrime di sale. Recensione libro Pietro Bartolo, medico di Lampedusa.
Scheda
Mondadori
2016
Strade blu
€ 17,00
PIETRO BARTOLO Medico di Lampedusa, dal 1991 si occupa del poliambulatorio dell'isola. Da sempre in prima linea nel soccorso dei migranti è uno dei protagonisti di Fuocoammare (Orso d'oro 2016, candidato all'Oscar come miglior film straniero) di Gianfranco Rosi. LIDIA TILOTTA è giornalista della Tgr, la testata regionale della Rai. Da Palermo conduce Mediterraneo, trasmissione per la quale ha realizzato servizi e reportage dai Paesi di entrambe le sponde.

Pietro Bartolo è il medico che accoglie e cura i migranti a Lampedusa. La sua esperienza è stata scritta, in questo libro, dallo stesso Pietro e da Lidia Tilotta, giornalista della Rai spesso sull’isola a raccontare le storie dei migranti. 

Conosciamo bene la storia di Pietro. Ce l'ha raccontata quando siamo andati a trovarlo a Lampedusa. Ci ha ricevuto nel suo ambulatorio. Abbiamo iniziato a parlare davanti al suo pc. Dentro ci stavano venticinque anni di storia e, insieme, tante storie e altrettanti volti che il dottor Pietro ricorda a uno a uno.

Impossibile dimenticare le immagini che ci ha fatto vedere quel giorno. Altrettanto impossibile che la sua rabbia non diventi la nostra. Così come il dolore per gli uomini, le donne e i bambini che non è riuscito a salvare e per un dramma che sembra non aver fine. O la gioia quando riesce a far nascere delle nuove vite. Rabbia, dolore, gioia che abbiamo ritrovato racchiusi in queste pagine. Alla fine delle quali, di fronte alla grande lezione di coraggio, di impegno civile e di umanità del medico lampedusano, non si può non condividere gli stessi sentimenti.

Il dottor Pietro sfida ogni giorno la morte perché, a ogni sbarco al molo Favaloro, non sa mai cosa lo attende. «A volte penso di non farcela ‒ scrive ‒. Di non reggere questi ritmi, ma soprattutto di non reggere tanta sofferenza, tanto dolore. Molti miei colleghi, invece, sono convinti che ormai mi ci sia abituato, che fare le ispezioni cadaveriche per me sia diventata una routine. Non è cosi. Non ci si abitua mai ai bambini morti, alle donne decedute dopo aver partorito durante il naufragio...Ogni volta che apri un sacco verde è come se fosse la prima. Perchè in ogni corpo trovi i segni che ti raccontano la tragedia di un viaggio lunghissimo».

A ripagarlo le donne lampedusane che, quando una migrante partorisce, portano tutto il possibile: pannolini, vestitini, regalini. O ancora gli uomini dell'isola che lo sostengono, lo spronano, lo aiutano. E poi, l’affetto e la riconoscenza dei tanti che ha salvato. Nel libro la storia dei migranti si intreccia con quella personale. Figlio di un pescatore, nato in una famiglia numerosa, cinque femmine e due maschi, e con il solo fratello Mimmo colpito dalla meningite, Pietro torna nella sua isola dopo la laurea in Medicina.

Il titolo, e non solo, prende spunto proprio da questo intreccio. Il dottor Bartolo ricorda gli ultimi giorni di vita di suo padre, le ultime uscite in mare di un pescatore che col suo lavoro ha cresciuto sette figli e portato lui alla laurea. Parla del suo viso, della maschera di sale che gli restava addosso tornando sulla sua barca. E parla delle lacrime che rigavano quella patina di sale marino. Le stesse che Pietro vede ogni giorno sui volti dei migranti che arrivano a Lampedusa. Nelle persone che sbarcano riconosce, in qualche modo, il padre. E, in quelle lacrime, ritrova le stesse di chi gli ha dato la vita.

Data di aggiornamento: 04 Dicembre 2016