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Sergio Battista

La voce delle donne

Considerazioni al femminile riguardo alla violenza di genere
25 Novembre 2017 | Recensione di
La voce delle donne
Scheda
Cultura e dintorni editore
2017
€ 14,00

Tra il 2006 e il 2017 in Italia sono state uccise 1740 donne e il 70 per cento di queste morti è avvenuto in ambito familiare (fonte: Eures). Se le cronache si concentrano di solito sui delitti più lampanti, la violenza quotidiana, quella fatta di parole, sguardi, atti mancati, persecuzioni psicologiche (come lo stalking, o il mobbing negli ambienti di lavoro) passa spesso in secondo piano, per quanto sia parte integrante di quel retroterra culturale che ancora oggi persiste nella nostra società e che condiziona in maniera distorta le relazioni di genere.

Su queste considerazioni è nato il progetto del fotografo-musicista romano Sergio Battista: La voce delle donne. Considerazioni al femminile riguardo alla violenza di genere, poi sfociato nella pubblicazione di un libro. Il volume in questione è suddiviso in due parti: la prima, intitolata «Le Confidenze», raccoglie i ritratti e i contributi (considerazioni, poesie, ricordi) di ventuno donne molto diverse tra loro per età, professione, estrazione socioculturale. La seconda sezione, «Le Grida», propone diciotto fotografie in bianco e nero scattate a Roma il 26 novembre 2016, durante la manifestazione «Non una di meno».

Quello di Sergio Battista non è un semplice libro artistico, ma una vera ricerca nel profondo dell’animo femminile; uno scrigno di desideri, episodi ed esperienze vissute direttamente o indirettamente, raccontate con semplicità e schiettezza. «Ho sempre pensato che la violenza che ci viene raccontata dalle cronache sia solo la punta di un iceberg – confessa l’autore –. La realtà è più complessa, comprende episodi di discriminazione nel lavoro, di violenza anche psicologica in ambito familiare, episodi che fomentano uno stato di disistima e solitudine che porta le donne a non ribellarsi, a non reagire, a non denunciare i maltrattamenti e i ricatti, fino ad arrivare a conseguenze drammatiche ».

Proprio per evitare ciò, è importante investire sull’educazione. «Troppo spesso – continua Battista – non ci rendiamo conto di quanto gli stereotipi di secoli ci condizionino nella società come nella famiglia, portandoci anche involontariamente ad assumere comportamenti sbagliati. La scuola, la famiglia, i media, potrebbero far molto per migliorare le cose». Di fronte a una violenza (più o meno palese e compiuta), non è mai facile venire a patti con lo shock e lo sconforto che privano la vittima di voce e coraggio.

Ancor meno semplice è denunciare chi fa parte della quotidianità, chi ha tradito la fiducia, chi sembrava diverso. «La scelta è l’unica libertà che abbiamo – avverte Claudia, biologa ricercatrice –... Solo nel momento in cui scegliamo, siamo libere da ogni violenza. Nel momento in cui scegliamo per noi stesse ci liberiamo da quei pesi, la colpa e la vergogna». «Per te è solo un’occhiatina – scrive Linda, psicologa –. Uno sguardo d’intesa con il tuo amico… Una singola piccola cosa che non può dar fastidio. Per me è una giornata intera fatta di sguardi... La mia violenza comincia davanti all’armadio. Quando fin dal mattino non mi sento libera di fare le mie scelte».  

Data di aggiornamento: 25 Novembre 2017