La benedizione dei pancioni al Santo

Italia in crisi demografica. Eppure c’è chi vuole avere un figlio, e magari incontra delle difficoltà. Così anche l’aiuto di sant’Antonio, chiesto in Basilica nella Giornata per la vita, può diventare un miracolo.
03 Febbraio 2017 | di

Nel 2015 è stato registrato il minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia a oggi: solo 488mila; 15mila in meno rispetto all’anno precedente. Lo rilevava l’Istat, Istituto nazionale di statistica. Il record negativo è durato poco. Infatti, nel corso del 2016 i dati sono ulteriormente peggiorati. L’impennata della «baby recession», della denatalità, ha cause precise e note: innanzitutto la mancanza di lavoro o il lavoro tanto precario da rendere assai arduo, ai giovani, programmare il loro futuro. Un futuro che fa paura, per le fosche premesse che si stanno addensando, giorno dopo giorno: guerre, fanatismi, povertà, migrazioni, inquinamento.

C’è chi, nonostante il turbinio di incertezze e difficoltà, i figli li vuole e li cerca. A volte, a mettere il bastone tra le ruote è la natura, le cui funzioni non sempre collimano con le nostre esigenze. Non disposti ad arrendersi, alcuni ricorrono a discutibili artifizi forzando o violentando la natura. Altri, invece, si affidano alla bontà di Dio, che della vita è Signore, invocandone il soccorso.

Lo fanno, in particolare, nel giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la «Giornata per la vita»: un momento di riflessione collettiva e di attenzione al valore della vita e alle difficoltà che ne tarpano il cammino. La si celebra la prima domenica di febbraio, quest’anno il 5, data che arricchisce un mese già denso di momenti importanti per la basilica, come la Giornata mondiale del malato (l’11) e la festa della lingua del Santo (il 15).

Qualcuno li chiama miracoli

La Giornata, in basilica, ha acquisito una connotazione del tutto particolare. Quel giorno, proseguendo una tradizione avviata dall’allora rettore padre Enzo Poiana, sotto le cupole del santuario si ritrovano, in gran numero, giovani coppie: alcune a chiedere a Dio, per l’intercessione di sant’Antonio, il dono della maternità e della paternità che la natura sembra loro negare; altre per ringraziarlo perché la loro preghiera è stata esaudita.

Il momento liturgico prescelto è quello della celebrazione eucaristica delle ore 11, nella solenne cornice del presbiterio. La vita, invocata da chi la attende incarnata in un figlio, e accarezzata da chi la custodisce in seno, è il motivo dominante della celebrazione. Quell’esistenza che madre Teresa, come ricordano i vescovi italiani nel messaggio per la Giornata ad essa dedicata, canta così: «La vita è bellezza, ammirala. La vita è un’opportunità, coglila. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne una realtà. La vita è la vita, difendila».

Al termine della Messa, il rettore (quest’anno padre Oliviero Svanera) e i sacerdoti che con lui hanno celebrato, invocano su tutti i presenti la benedizione di Dio per l’intercessione di sant’Antonio, e poi su ciascuna coppia: prima su quelle che implorano lo sbocciare della vita, e per loro la benedizione ha i forti accenti della supplica, e dà fondati motivi alla speranza. Poi, con accenti di riconoscenza e di gioia, sulle coppie «graziate» dall’intercessione di sant’Antonio.

Una storia vera

Tra decine di testimonianze, vi proponiamo quella di Paolo e Mirka di Torino. Una vicenda emblematica la loro, simile a quella di tante altre coppie. «Ci siamo sposati nel 2007 – raccontano –; ci siamo presi un po’ di tempo per consolidare le nostre realtà lavorative, prima di coronare il nostro amore con la nascita di un bambino. Poi, a un anno dalla decisione di avere un figlio, poiché nulla succedeva, ci siamo rivolti alla Medicina per capire se c’era qualche problema o se fosse necessaria una cura per aumentare le probabilità di una gravidanza. Fatti gli esami del caso, il primario del Centro per l’infertilità dell’Ospedale Sant’Anna di Torino fu categorico: non avremmo potuto avere un figlio in maniera naturale. Servivano eventualmente altri esami per verificare la possibilità della fecondazione assistita. Una mazzata!

Per ragioni di coscienza, inizialmente abbiamo scartato la fecondazione assistita, che ci sembrava una forzatura, e abbiamo optato per l’adozione di un bimbo in ambito nazionale, non avendo i mezzi per ricorrere all’adozione internazionale. Al termine del percorso, un’altra doccia fredda: per una coppia giovane come la nostra, in Italia non c’erano bambini piccoli adottabili. Non ci illudemmo, ma neppure ci disperammo. Forti della nostra fede in Cristo, pensammo che se Dio voleva darci un figlio, ce lo avrebbe dato. Ma il tempo trascorreva senza che nulla accadesse.

Un parente ci raccontò di una coppia che dopo aver partecipato nella basilica nel Santo alla messa in cui veniva impartita una speciale benedizione alle coppie che chiedevano la grazia di un figlio, era stata “graziata” con il dono di una gravidanza. Pieni di speranza, siamo andati in pellegrinaggio al Santo, abbiamo partecipato alla messa, e ricevuto la benedizione. Nel viaggio di ritorno, abbiamo recitato un particolare Rosario “per il dono di un figlio”, i cui “misteri” sono sostituiti da brani biblici con il racconto di coppie sterili “graziate” con il dono di un figlio. Gli esami preparatori per la fecondazione assistita sono continuati.

Dopo il ritorno da Padova, però, gli esami cominciarono a segnalare dei miglioramenti non previsti tanto che l’andrologo, sconcertato per quegli esiti si disse convinto che erano frutto di un errore, e si vergognava che questo fosse avvenuto nei suoi laboratori. La notte della vigilia di Pasqua, mia moglie mi ha svegliato e, piangendo, mi ha mostrato il test di gravidanza: era positivo. L’esito fu poi confermato da un esame di laboratorio. Aspettavamo un bambino. Eravamo sicuri che se Dio avesse voluto darci un figlio, ce lo avrebbe dato. E così è stato. Decidemmo di chiamarlo Natanaele, nome ebraico che significa Dio ha dato, e come secondo nome Antonio, in onore di sant’Antonio di Padova, nostro intercessore. Natanaele Antonio è nato il 21 novembre 2015. Per noi è un miracolo, un vero dono di Dio, per il quale siamo ritornati a Padova a ringraziare il Santo».

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017

2 comments

29 Marzo 2020
Buongiorno, sono Stefania, sono molto fedele a San Antonio è grazie a lui oggi posso stringere tra le mie braccia la nostra piccola Anna, oggi 29 marzo avremmo dovuto celebrare il santo battesimo che però è slittato a data da definirsi a causa di questo periodo, chiedo se c è una preghiera specifica che possiamo recitare con la nostra bambina in attesa del battesimo perché sia comunque "protetta" da nostro Signore anche in questo periodo di attesa, una preghiera di benedizione della nostra bambina.
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di stefania

2 Novembre 2021
San antonio prega per rimanere incinta amen
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di Elena

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