Il magnifico organo spegne 120 candeline

Da oltre un secolo risuona ogni giorno in Basilica. Con la sua facciata a settantatré canne, l’organo del Santo è uno dei più grandi e potenti d’Europa.
20 Dicembre 2015

Per il pellegrino che, visitando la Basilica di Sant’Antonio, volge lo sguardo verso il braccio destro del transetto è quasi impossibile non notare una capiente tribuna riccamente decorata. Essa custodisce uno dei più imponenti organi usciti dalle officine dell’organaro torinese Carlo Vegezzi Bossi alla fine del XIX secolo. Dotato di una grandiosa facciata di settantatré canne in stagno tigrato, questo strumento musicale, che è annoverato tra i più grandi d’Europa e che possiede sonorità romantiche particolarmente piene e robuste, vanta una storia singolare e interessante. Ripercorriamola insieme.

Progetto vincente Nel 1895 ricorrevano i settecento anni dalla nascita di sant’Antonio. Sull’onda dei festeggiamenti, la Presidenza della Veneranda Arca del Santo (ente laico istituito sul finire del XIV secolo con lo scopo di provvedere alla conservazione e al miglioramento degli edifici monumentali della Basilica, allora capeggiato dal conte Oddo Arrigoni degli Oddi) avviò una serie di iniziative finalizzate ad arricchire e valorizzare la Basilica del Santo. Tra queste trovava posto anche la costruzione di un nuovo e grandioso organo in grado di primeggiare a livello nazionale. Questo manufatto avrebbe sostituito i quattro obsoleti e deteriorati strumenti settecenteschi che, fino ad allora, erano installati su altrettanti pilieri ai lati del catino absidale. In breve fu indetto, dunque, un concorso a cui parteciparono alcune tra le più importanti fabbriche d’organi dell’epoca. Ne uscì vincitore il progetto presentato dal torinese Carlo Vegezzi Bossi. Dopo non poche discussioni, la Commissione conservatrice dei monumenti di Padova (a quell’epoca presieduta dal prefetto Vasto Danieli) deliberò di collocare il nuovo monumentale organo sopra la Cappella di San Felice (anche detta Cappella di San Giacomo), nel braccio destro del transetto. E, nel contempo, dispose «di sospendere per ora l’asportazione delle casse decorative dei vecchi quattro organi, riservandosi di ritornare sull’argomento quando i lavori fossero incominciati e quando fossero pronti i progetti di decorazione dell’intero abside». Nonostante la disposizione, le quattro casse vennero ugualmente asportate (due di esse oggi si trovano nel duomo di Piove di Sacco, in provincia di Padova).

Nel 1894 il senatore Vincenzo Stefano Breda si offrì di donare una ingente somma al fine di far posizionare il nuovo grande strumento sopra la porta maggiore, anziché sopra la Cappella di San Felice, previa costruzione di un’adeguata cantorìa. Ne nacque anche un’accesa diatriba che, tuttavia, portò a un decreto della Commissione (presieduta dal senatore Alberto Cavalletto). La decisione finale suonava quanto mai perentoria: «Il posto prescelto per l’organo, i cantori e l’orchestra al di sopra della Cappella di San Felice è il migliore nei riguardi dell’arte e della scienza».

Il progetto di costruzione, approvato il 27 luglio 1894, prevedeva uno strumento di cinquantadue registri a tre tastiere e pedaliera, con un totale di 3.573 canne. Una particolarità tecnica: i somieri (ossia i grandi panconi deputati a distribuire l’aria alle varie canne) sarebbero stati di un nuovo tipo, cioè «a ventilabro obliquo regolato, anziché dalle molle, dai piombi a seconda delle intelligenze prese fra il M° Tebaldini e il Sig. Carlo Vegezzi-Bossi».

Inaugurazione in tribuna La collocazione del grande organo nella tribuna e la sua inaugurazione avvennero nel dicembre 1895. Lo strumento era, per quell’epoca, il più grande d’Italia: disponeva di una consolle posta al centro della tribuna, di tipo pneumatico-tubolare, con registrazione a bottoni di differenti colori per le diverse tastiere. Tra i registri spiccavano, per rinomanza e bontà, le trombe, i flauti, i ripieni, e il gran concerto viole; la manticeria (parte dello strumento costituita dai mantici, che producono l’aria destinata a passare attraverso le canne) veniva azionata mediante motore a gas (che, nel 1908, verrà sostituito da un unico e potente ventilatore elettrico).

Ben presto in Basilica si avvertì la necessità di un piccolo organo che sostenesse i canti gregoriani del coro dei frati e accompagnasse le funzioni minori. Per questo, nel 1914 venne posto dietro l’altar maggiore un organo «corale», a trasmissione pneumatico-tubolare (due tastiere, ottocentonovanta canne e quindici registri), costruito dalla ditta padovana Domenico Malvestìo.

Nel 1929 il grande organo di Carlo Vegezzi Bossi fu completamente rivisitato e dotato di una nuova trasmissione elettrica al posto della originaria e oramai poco affidabile trasmissione pneumatico-tubolare. Su consiglio del maestro Oreste Ravanello, direttore della Cappella musicale, lo strumento venne anche ampliato mediante l’aggiunta di alcuni nuovi registri. A eseguire l’impegnativo intervento fu l’organaro Vincenzo Mascioni, titolare della omonima ditta di Cuvio (Varese). La stessa ditta Mascioni ebbe l’incarico dalla Veneranda Arca del Santo, nel 1931, di costruire due nuovi corpi d’organo da porsi nel coro in sostituzione dell’organo Malvestìo (che in quell’anno venne ceduto alla parrocchia di Torreglia, dove ancora oggi si trova). In quell’occasione la Mascioni realizzò una nuova monumentale consolle a cinque manuali e pedaliera deputata a comandare elettricamente dal presbiterio tutti i corpi d’organo presenti in Basilica, quelli di Carlo Vegezzi Bossi e quelli nuovi di Vincenzo Mascioni.

Se si escludono le ordinarie operazioni di pulizia e accordatura, occorse nella seconda metà del Novecento, non si registrano altri successivi interventi degni di nota.

Una chiave per il Creato Concluso il nostro viaggio nel tempo, come si presenta oggi il grande organo del Santo agli occhi dei pellegrini giunti in Basilica? L’imponente strumento è tuttora diviso in tre corpi separati e indipendenti, tutti comandati dalla mastodontica consolle a cinque manuali e pedaliera del presbiterio. Il corpo più voluminoso e potente è collocato nella tribuna situata sopra la Cappella di San Felice; i due corpi più piccoli e meno massicci sono posti nel retro coro, in vani nascosti, abilmente celati per non intaccare le linee architettoniche del presbiterio. Nel complesso, l’organo della Basilica è composto da più di seimila canne (la più grande supera i cinque metri di lunghezza, mentre la più piccola misura poco meno di un centimetro) e vanta circa cento registri sonori.

Con la sua mole monumentale e la sua fonica superba, questo strumento si propone come un’universale chiave per chi vuole entrare, attraverso le complesse armonie della totalità, nel cuore profondo del Creato, lì dove i significati degli esseri formano sottili intrecci di segreti inafferrabili. Grazie all’inesauribile fantasia dei mille e più suoni che si sprigionano dalle sue canne, l’organo della Basilica antoniana ispira e sostiene le quotidiane liturgie e le sommesse suppliche che gli innumerevoli pellegrini elevano al Santo che tutto il mondo ama.

DICEMBRE IN BASILICA

· 5 dicembre: 21.00, concerto della Fanfara dei Carabinieri.

· 8 dicembre, Immacolata Concezione: 10.00, S. Messa concelebrata dai frati del «Messaggero» per gli associati; 11.00, S. Messa presieduta dal Rettore della Basilica e festa dei giubilei di vita religiosa e sacerdotale dei frati del Santo; 17.00, S. Messa solenne presieduta dal Ministro provinciale.

· 16-24 dicembre, Novena di Natale: 17.00 S. Messa e celebrazione Vespri.

· 20 dicembre, Apertura Porta Santa: 11.00 S. Messa solenne presieduta da mons. G. Tonucci, Delegato Pontificio. Apertura Porta Santa.

· 22 dicembre: 21.00, concerto di Natale, Orchestra di Padova e del Veneto.

· 24/25 dicembre: 23.00, Veglia nella Notte santa; 24.00, S. Messa solenne presieduta dal Rettore della Basilica; 10.00, S. Messa dei frati del «Messaggero di sant’Antonio» per gli associati; 11.00 e 17.00, Ss. Messe solenni animate dalla Cappella Musicale Antoniana.

· 31 dicembre: ore 17.00, S. Messa solenne presieduta dal Rettore. Al termine, esposizione del SS. Sacramento e canto Te Deum

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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