01 Marzo 2015

Il bello degli altri

E se il compito dei cristiani fosse proprio quello di vedere? Vedere, quando gli altri non vedono un bel nulla o girano lo sguardo da un’altra parte. Vedere e credere che il buon Dio non ha abbandonato questa nostra meravigliosa terra.

Bella storia, questa! Non appena hanno cominciato a camminare in maniera eretta, i nostri lontani progenitori si sono adornati civettuolamente di collane di conchiglie, così come l’indios, che magari per il resto se ne va a zonzo per la foresta nudo, non rinuncia al tocco di una penna d’uccello variopinta o a qualche tratto di pittura qua e là per il corpo. Vi è mai capitato di sbirciare di nascosto una ragazza che, di fronte allo specchio, si fa bella? Davvero! La passione e la serietà con cui si riassetta i capelli; la professionalità con cui, a suon di fard e cremine, valorizza la bellezza del volto; la civetteria con cui sceglie la combinazione dei vari capi di abbigliamento, stando attenta ai colori e ai loro accostamenti nonché all’effetto d’insieme; beh, tutto ciò ha dell’incredibile e del meraviglioso, tale che non può imputarsi semplicemente alla vanità umana. Anzi, forse addirittura è un segno dei tempi, una misteriosa e nostalgica fedeltà alle nostre origini. Un’eco che giunge nitida a parlarci della bellezza da cui proveniamo. Di cui siamo assetati e instancabili cercatori.
 
I genitori potranno anche avere qualche dubbio estetico circa i jeans sfilacciati o il piercing al naso o il ciuffo viola del proprio figlio o figlia adolescente. Ma probabilmente anche tutto ciò ha a che fare in qualche modo con la bellezza.

La moda, e tutto ciò che, più o meno onestamente e necessariamente, gira attorno alla cura del corpo e del suo «apparire», è anch’essa un segno dei tempi. E del nostro non appartenere alla «bruttezza», a ciò che non è «armonico» e non ci strappa un sincero «oh» di ammirazione. Almeno da quando un Dio ha deciso di «apparire» per poter raccontarci del suo amore.

La bellezza è il grande «oggetto di culto» della nostra epoca, attorno a cui girano affari di miliardi di euro, e ha a che fare con tutti gli aspetti della nostra vita, insinuandosi ovunque: dai calendari di nudi femminili cosiddetti «artistici» alle riviste che ti insegnano ad arredare la tua casa (se ne hai una, se hai abbastanza soldi da buttare via…).
 
Eppure, mai come oggi la bellezza va difesa. Dai suoi stessi surrogati spacciati come tale, soporiferi quanto basta per non farci pensare, anche se in realtà talvolta molto costosi per restare al passo, per essere sufficientemente fashion. Dallo scempio umano a cui assistiamo, tra massacri, guerre, oltraggi alla dignità e all’unicità di ogni singolo uomo e donna, per terra e per mare. Dove il corpo umano – tempio dello Spirito Santo (1Cor 6,19)! – straziato e dilaniato, è sbattuto pornograficamente davanti ai nostri sguardi spesso annoiati o saturi di immagini simili. E se il compito dei cristiani fosse proprio quello di vedere? Vedere, soprattutto quando c’è rimasto ben poco da vedere. Vedere, quando gli altri non vedono un bel nulla o girano lo sguardo da un’altra parte. Ostinarsi a vedere e credere che il buon Dio non ha abbandonato questa nostra meravigliosa terra. Continuare imperterriti e cocciuti a vedere il bello di ogni fratello e sorella, chiunque egli sia!

Sguardo non ingenuo, ma di chi scruta la notte e intuisce l’aurora che avanza: «O amore della bellezza! O bellezza dell’amore!», esclama sant’Antonio meditando la resurrezione di Cristo. Sguardo appassionato che si interpone come scudo per fermare le pietre che la vita, e molto più l’insensatezza di noi umani, scaglia contro troppe persone. Sguardo che accarezza grandi e piccoli, uomini e donne. Sguardo che ancora si inumidisce di fronte all’ingiustizia e alla sofferenza. Sguardo di fede che urla: «Anche lui è mio fratello! Anche lui è figlio di Dio!». Palpebre che infine si abbasseranno, quando per vedere davvero non ce ne sarà più bisogno.

In questo comincio di primavera, mai arresi all’inverno del cuore, il buon Dio ci doni ancora di saper vedere il bello che rinasce!
 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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