01 Febbraio 2016

Guardaroba spirituale

Quali sono il costume, la maschera che indossiamo nella vita di tutti i giorni per celarci agli altri? E qual è il costume di Gesù? Quello che noi attribuiamo a Gesù, visto che lui, in vita, ebbe solo una semplice tunica e, sulla croce, salì nudo.

Mi ritrovo a celebrare l’eucaristia domenicale da solo, sperso in un eremo in mezzo alle montagne. Come si fa in queste occasioni, ho portato con me solo l’essenziale: per non ingombrare mente e corpo, spazio e tempo, di cianfrusaglia, per non profanare la sacralità del momento. Fondamentalmente, per illudere me stesso di essere capace di farne a meno, almeno per qualche ora.

Va be’, però calice e patena li ho banalmente proprio lasciati in convento, dimenticati. Il vino da messa ce l’ho in una piccola bottiglietta, che in tempi migliori conteneva 10 centilitri di rosso aperitivo. Da mo’ svolge questo umile compito, non so bene neanch’io perché: forse per via di quel «fa impazzire il mondo» stampigliato sull’etichetta, che assieme alla sua originale natura di «aperitivo», che apre perciò a qualcosa di ancor più sostanzioso che ha da venire, mi sembra una bella promessa di futuro. O, almeno, premessa. La tonda particola, invece, ha viaggiato sicura, protetta in mezzo alla mia biancheria.

Mi rendo conto che già tutto ciò non è proprio un bell’inizio, un improbabile introibo ad altáre Dei («mi avvicinerò all’altare del Signore»: era l’antifona che veniva recitata all’inizio della messa fino alla riforma liturgica voluta dal Vaticano II, ndr) per una solenne celebrazione domenicale.

 

Nella credenza in cucina, e anche il nome di questo mobile mi è di buon auspicio, trovo un bicchiere, semplice, di vetro bianco trasparente. Non una coppa da champagne, ma di quelli che le nostre casalinghe comprano in serie al supermercato. Mi viene da sorridere, pensando che in un ipotetico «Vangelo da cucina» sarebbe probabilmente «l’ultimo dei bicchieri». Vi verso il vino, che anche in quell’oggetto domestico, banale e anonimo, non disdegnerà di farsi sangue di Cristo. Mi immagino chi con quel bicchiere colmo di altro vino avrà festeggiato con gli amici. O avrà cercato soluzioni che neanche nel fondo del bicchiere si facevano trovare, né del primo né di quelli successivi. Ma penso anche a tutte le volte che qualcuno avrà offerto quello stesso bicchiere colmo di acqua fresca a chi ne aveva sete. Conto quante mani «consacrate», dal lavoro, dal sacramento del matrimonio, dall’amore per i figli, dalle croci della vita, si saranno passate di mano questo bicchiere. Per la particola trovo un piattino da caffè: è un tantino sbrecciato, forse dal frequente uso, dai molti caffè offerti all’ospite di passaggio. O da quelli a cui si affidava il buon risveglio al nuovo giorno. Uno di quegli oggetti che si fatica a buttare via, perché sanno troppo di noi. E così la messa può iniziare.

 

Non è in dubbio la sua validità, ma certamente qualche ulteriore riflessione me la provoca. In questo mese, in cui bambini in maschera e carri allegorici invadono le nostre piazze e i nostri oratori, non dovremmo anche noi adulti essere consapevoli di tutte le nostre mascherate, che magari fossero solo a febbraio? Non che non sia corretto e bene che in determinate occasioni, e solo per rimanere al mio caso, ci si vesta con paramenti «fuori dall’ordinario», ci si travesta per significare ancora meglio ciò che si sta celebrando. Ma dove sta la differenza tra l’ostentazione dello sfarzo e il bisogno di riti? I segni e i gesti sono fondamentali e concorrono a «fare» ciò che stiamo facendo. Ma non «sono» ciò che stiamo facendo. Dove sono io? Dietro quale maschera mi sto celando? Sto recitando a soggetto? Se non posso esibire i miei costumi di perline e paillettes, non sono più io? E dov’è Dio, se lo costringiamo a presentarsi solo in costume da scena? Quel costume, evidentemente, che noi abbiamo scelto per l’occasione. Quando di quell’unico che indossava, la tunica tutta di un pezzo che la soldataglia si giocò ai dadi, venne spogliato per rimanere infine nudo sulla croce?

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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