Cuor di Amazzonia

Una parrocchia di 93 villaggi incastonati nella foresta. Un popolo indigeno ancorato alla madre terra. Un missionario innamorato della sua gente. Ecco gli ingredienti di un progetto semplice ma di grande valore spirituale e sociale.
29 Ottobre 2014 | di

La buona notizia è che sta arrivando il nuovo parroco, la cattiva è che ancora non emerge dal folto della foresta. Il popolo di Dio in attesa è un piccolo gruppo di indios nel villaggio di Mango Playa nel cuore dell’Amazzonia, uno dei 93 che fa parte della parrocchia «Nostra Signora di Guadalupe» di Ahuano, frazione di Tena, uno stanziamento disseminato che conta poco più di 14 mila anime e si trova in un’insenatura del fiume Napo, il grande fiume che dà il nome alla Provincia. Siamo in una delle zone meno battute del Nord dell’Ecuador, uno tra i luoghi più incontaminati del mondo, dove la parola di Dio ancora viaggia in canoa.

Padre Walter Coronel arriva stremato, sporco dalla testa ai piedi. Per giungere fino a Mango Playa ha fatto un’ora e mezza di macchina, poi più di un’ora di canoa sul grande fiume e, infine – stivali ai piedi –, cinque ore di cammino nella fitta vegetazione. È ecuadoriano anche lui, ma fin qui proprio non c’era mai arrivato. Si guarda intorno, il novello parroco, e la stanchezza si scioglie come neve al sole: «Quando ho visto lo sguardo dei bambini – racconta –, le donne che ridevano al vedermi così sporco di fango, ho avuto la conferma che la felicità vera è dono di Dio: non viene da quello che hai né da dove vivi. Questa gente non mi conosceva eppure era in attesa di una novità, di un sacerdote che veniva per loro, specchio dell’amore di Dio».

Padre Walter è il referente di Caritas Antoniana in quel piccolo grande pezzo di mondo e lì, grazie a lui, nel rispetto degli uomini e di quella natura immensa e meravigliosa, abbiamo fatto un progetto semplice ma di grande valore sociale. Padre Walter è parroco di Ahuano dall’agosto del 2013, chiamato dal vicariato perché in quel luogo non c’erano più preti. Da otto mesi con lui c’è anche don Alex, un altro sacerdote che viene dalla Provincia del Manabì, a Ovest, come del resto lo stesso padre Walter. La parrocchia è stata fondata dai Missionari Giuseppini nel 1958 eppure a tutt’oggi nessun ponte sul Napo la collega con la «civiltà»: l’unico mezzo è un traghetto che funziona fino alle 4 del pomeriggio. Se serve qualcosa, tutto diventa complicato: «Il primo ufficio postale è ad Ambato, a sette ore di pullman. Io vado in città circa una volta al mese per sbrigare tutte le incombenze pendenti. Per fortuna ora c’è la posta elettronica, ma spesso non funziona».
 
Un mondo ancestrale
Il 70 per cento degli abitanti è indigeno e in buona parte vive negli sperduti villaggi della foresta. Il 50 per cento dei bambini non frequenta la scuola ma lavora nei piccoli orti familiari, dove si coltiva lo yuca, un tubero locale. L’altra attività di sussistenza è la pesca nel fiume Napo. La gente parla una lingua ancestrale, il quichua amazzonico, ignorando completamente lo spagnolo, lingua ufficiale dell’Ecuador. Se infatti qualcuno chiede a padre Walter qual è la sua difficoltà più grande, non elencherà le tante privazioni materiali ma quello che per lui è un vero e proprio cruccio: «Faccio fatica a confessare le rucomama (le nonne dei villaggi), il mio quichua è molto povero, per cui quando parlo faccio un gran miscuglio tra quichua e spagnolo. Sperimento ogni giorno come il Signore usi le nostre piccole forze per arrivare alle periferie».

Negli anni la parrocchia è diventata un crocevia di attività: il catechismo, il doposcuola e la scuola informale per i bambini, i corsi di salute e i programmi di promozione umana e alfabetizzazione degli adulti. Occasioni per imparare a migliorare la propria vita, ma anche per incontrarsi e fare comunità in un territorio tanto frammentato e impervio. «Per gli incontri – continua padre Walter –, la comunità in passato aveva costruito una piccola sala di bambù, insufficiente rispetto al numero dei parrocchiani e ormai gravemente compromessa dall’umidità. Così avevamo cominciato a usare la chiesa, che sorge accanto, o il campo da gioco dei bambini, facendo comunque molta fatica. Avevamo bisogno di strutture adeguate, capaci di ospitare anche di notte chi veniva dai villaggi. Con il buio, infatti, la foresta diventa molto pericolosa perché è più difficile difendersi dai serpenti velenosi».

È nato così il progetto di costruire cinque saloni polivalenti, alcuni con una parte riservata ai dormitori e ai servizi igienici. La comunità in tre anni è riuscita a mettere da parte con grande sforzo circa 2 mila e 100 dollari, ma molto di più ha fatto il tam tam tra missionari e conoscenti: «Mi hanno aiutato alcuni sacerdoti italiani amici e poi sono arrivate offerte da San Marino, Spagna, Messico e Stati Uniti. Un grande aiuto anche dal Vicariato apostolico del Napo, grazie alla Santa Sede, e dall’Arcidiocesi di Portoviejo, a cui appartengo». Facendo i conti alla fine, nonostante l’aiuto di tutti, su quasi 59 mila dollari di costo totale ne mancavano ancora 37 mila, pari a circa 25 mila euro. «Avevamo dato fondo a tutte le nostre energie. Non mi restava che Caritas Antoniana, che già mi aveva aiutato in altre missioni».

La richiesta è datata novembre 2013. A fine agosto del 2014 le costruzioni sono ormai concluse e in alcune c’è anche l’arredo. «Nella nostra umile preghiera al Signore – scrive padre Walter nella sua ultima lettera – vogliamo aver presente il volto di ogni singolo benefattore di Caritas Antoniana, perché sappiamo che senza il vostro generoso cuore tutto questo sarebbe stato impossibile. Preghiamo per voi da qui, in lingua quechua amazzonica, da questo posto povero di cose ma ricco di meraviglie, in cui l’immensità della foresta esprime l’onnipotenza di Dio e l’amore infinito per le sue creature».         
 
IL PROGETTO IN BREVE

- Progetto: costruzione di 5 aule polivalenti, dormitori e servizi igienici
- Dove: parrocchia Nostra Signora di Guadalupe di Ahuano, Tena, Provincia di Napo, Ecuador
- Beneficiari: popolazione di 93 villaggi dell’Amazzonia
- Tempi: novembre 2013 – agosto 2014
- Contributo Caritas Antoniana: 25 mila euro

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017