Un panificio per amore di Maria

Nei pressi di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, all'interno della parrocchia Mater Dei, p. Antonello ha fondato un panificio che dà lavoro a sei giovani e trenta mamme e che contribuirà a sfamare circa 28 mila abitanti.
25 Novembre 2014 | di

Molti secoli prima che in Italia inventassero la michetta lombarda o la piadina romagnola, esisteva in Galilea un pane speciale. Correva l’anno 8 d.C. e ogni giorno una certa Maria impastava per suo figlio Gesù, per il marito Giuseppe e per gli abitanti di Nazareth, dove la famiglia viveva, delle belle pagnotte. Aperto per necessità (i genitori non possedevano denaro, soltanto l’affezionato asinello Bim che Gesù non intendeva vendere), in breve il forno di Maria conquistò un’ottima fama fino in Egitto e oltre. Tanto successo non dipendeva dagli ingredienti con cui il pane veniva prodotto – comunissimi farina, lievito, sale e acqua –, ma dall’amore con cui era preparato. Sì, l’amore. Perché, come ripeteva Maria a Gesù mentre impastava, «senza amore il pane non viene buono».

Forse non corrisponderà alla realtà storica, ma di certo la leggenda del pane di Maria ha fatto riflettere più d’un fornaio. E proprio a questo racconto padre Antonello Rossi, missionario della Consolata che opera nella Repubblica Democratica del Congo da oltre vent’anni, si è ispirato per realizzare il panificio Limpa Lya Maria (Il pane di Maria) nella missione Mater Dei.
Siamo nel cuore dell’Africa, a una ventina di chilometri da Kinshasa, in un’area periferica che comprende quattro quartieri (Kimbondo, Sanfil, Telecom e Mbenseke) e conta circa 28 mila abitanti, perlopiù under 25, in costante aumento. Qui, nel «Congo rurale» infiammato da una guerra civile per il controllo del territorio e delle sue risorse (oro, diamanti, petrolio, legname, coltan…), l’acqua scarseggia, l’energia elettrica è una chimera e la malnutrizione l’unica certezza. Qui, dove le stragi perpetrate dai gruppi armati sulla popolazione a colpi di machete e baionetta sono all’ordine del giorno, dove le infrastrutture cadono a pezzi e la disoccupazione dilaga, le famiglie – composte in media da 7-9 figli – campano con quel poco che, clima permettendo, riescono a coltivare. È proprio pensando a loro che quasi due anni fa padre Antonello decide di fondare nella sua missione un’attività capace di «offrire un impiego alle mamme e ai giovani, producendo nel contempo un pane di qualità e a basso costo». Un progetto semplice a dirsi, un po’ meno a farsi. Non si tratta, infatti, di creare solo un forno dal nulla – muri, pavimenti, tetto, e tutto ciò che ci sta in mezzo –, ma anche di avviare un’impresa.

L’entusiasmo che si respira nella parrocchia Mater Dei è contagioso, ma a riportare gli abitanti coi piedi per terra è il preventivo di circa 100 mila euro per i lavori. I 27 mila messi a disposizione dai missionari della Consolata per la costruzione dei locali sono un buon inizio. Al panificio Limpa Lya Maria, però, serve un appoggio più sostanzioso, come quello richiesto alla Caritas Antoniana nel luglio del 2013: «40 mila euro per l’acquisto dei macchinari essenziali alla produzione» ricorda padre Antonello. Soldi che, uniti al contributo profuso da altri benefattori per l’organizzazione logistica e per l’impianto idrico-elettrico, avverano il sogno dei parrocchiani congolesi.
 
All’opera su due fronti
I lavori per realizzare il panificio nella missione Mater Dei durano dal luglio 2013 allo scorso ottobre e si svolgono su due fronti: se a Boa­rio Terme, nel bresciano, Claudio, titolare di una ditta di impianti elettrici e idraulici, provvede ad acquistare e spedire il materiale (forno a gasolio, refrigeratore, impastatrice, debatterizzatore, cella frigorifera, carrelli, teglie, lavandini, tavoli, bilance, scaffali, lampade battericide…), in Congo il cantiere per la realizzazione del panificio procede a ritmo serrato. «Lo step più difficile – ricorda padre Antonello – ha coinciso con la spedizione del materiale. Solo per scaricarlo dal container abbiamo impiegato due giorni, perché il muletto s’infossava di continuo nel terreno sabbioso». Molti sacrifici dopo, lo scorso luglio le macchine per la produzione del pane sono installate nel nuovo edificio di 260 m².

Sotto la direzione di due panettieri locali in possesso di diploma di boulanger (dal francese, panettiere) e del volontario Claudio – «il San Giuseppe della situazione che, come il papà di Gesù nella storiella del pane di Maria, ha letteralmente costruito il forno» – gli aspiranti fornai lavorano sodo e sperimentano. A fine ottobre la produzione ha finalmente inizio: «Al momento il panificio sforna seicento pani al giorno, ma una volta messo a regime dovrebbe sfiorare quota seimila, occupando sei giovani della missione e trenta mamme dedicate alla distribuzione e alla vendita» spiega padre Antonello Rossi.

Per dare forma a baguettes e pagnotte dorate e fragranti, al forno Limpa Lya Maria si utilizza­no farina di grano duro importata (il clima congolese, caldo e umido, non consente la coltivazione del frumento), acqua, sale e lievito. Il tutto condito – come Maria insegna – da una buona dose di amore e passione. La stessa che fino al 20 dicembre un panettiere bresciano in pensione, portato in Congo da Claudio, dovrà trasmettere ai suoi allievi. Sì, perché quello del fornaio non è solo un mestiere con cui sbarcare il lunario (ogni panettiere del Limpa Lya Maria guadagna 350 euro al mese), ma anche un’arte da coltivare. E gli abitanti della missione Mater Dei lo sanno bene; non a caso, conferma padre Antonello, «anche se il panificio è a uno stadio sperimentale, al momento qui si respira tanta soddisfazione e un po’ di sollievo». Chiamato a tracciare un bilancio del lavoro finora svolto, il missionario non ha dubbi: la migliore ricompensa è «vedere la gioia delle persone e sentire la gente, che aspettava da oltre un anno, dire: “Merci na nzambe”, “Grazie a Dio”».
 

IL PROGETTO IN BREVE

- Progetto: costruzione di un panificio di 260 mq

- Dove: parrocchia Mater Dei, Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo

- Beneficiari: popolazione di 28 mila abitanti dei quartieri Kimbondo, Sanfil, Telecom e Mbenseke, a venti chilometri dalcentro di Kinshasa

- Tempi: luglio 2013 – ottobre 2014

- Contributo Caritas Antoniana: 40 mila euro


Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017