Quanto è rock la musica cristiana!

Esiste buona musica cristiana anche fuori dalla liturgia. Sorprese e conferme del panorama cattolico, tra rock, pop e rap, per una (incompleta) hit parade italiana.
08 Luglio 2019 | di

Quale sarà il tormentone musicale dell’estate 2019? Poco importa. Piuttosto: quale sarà la vostra personale canzone dell’estate? Quella che riaffiora alla mente, al mattino appena svegli, in bici o mentre camminate… O anche, perché no, quando pregate e avete bisogno di silenzio, sì, ma anche di parole, e di note. I cristiani hanno sempre cantato! Ecco la musica sacra, l’organo, le corali… ma non solo. Abbiamo il pieno diritto (dovere?) di cantare la nostra fede, pure al di fuori della liturgia.

Anche a questo serve la christian music, sigla-ombrello sotto la quale confluiscono autori, cantanti, band la cui produzione pop e rock (ma pure jazz, blues, dance, rap, metal) è dichiaratamente cristiana. Non si tratta di uno dei soliti inglesismi; piuttosto, è una tendenza importata dal mondo anglosassone protestante, dove è una realtà di prima grandezza. L’artista di christian music si ispira alle preghiere tradizionali, a brani della Bibbia, unisce musica e testimonianza, spesso alimentata da un importante cammino di conversione personale. Negli Usa, Canada, Australia, ma anche Brasile, molti di questi cantanti scalano le hit parade, vendono milioni di dischi e riempiono gli stadi. Insomma, «non è un genere per pochi, o di serie B, da cui tenersi alla larga, ma è un mondo musicale alla pari di tutti gli altri» spiega Silvia Spadon, titolare di Blogdellamusica.eu.

E in Italia? Fatica. Non che negli anni non ci siano stati esempi di successo: su tutti, i Gen (Rosso e Verde), Roberto Bignoli e una manciata di sacerdoti-cantautori. Ben più efficace è stato il musical, da Forza venite gente a Chiara di Dio e altri. «Da noi la musica religiosa stenta a decollare – riflette Silvia Spadon – per motivi sostanzialmente culturali. Anche interni alla Chiesa. I canti per la liturgia e quelli per l’evangelizzazione sono perlopiù diversi. Alcuni artisti, come i Gen, hanno realizzato splendidi prodotti in entrambi i campi, ma resta il fatto che l’artista di christian music cattolico deve ricavarsi spazi extra rispetto ai momenti liturgici. Che non sempre ci sono, e che non sempre il pubblico è disposto a premiare. Difficile che un cattolico in macchina si ascolti a tutto volume un cd di musica cristiana, perché… pensa sia “inappropriato”. Invece chiunque può trovare in questa musica conforto e ispirazione».

Don Luca Ingrascì, orionino 33enne, alla christian music ha dedicato la tesi di licenza in teologia pastorale. Scontrandosi con la scarsità di fonti e di interesse. «È già un sintomo. Ho percepito fatica, poca disponibilità, anche un po’ di scetticismo all’idea di investire nell’arte in genere, e soprattutto nella musica. A livello italiano, e nella Chiesa. Chi ci crede, qualcosa mette in piedi, con le sue energie e motivazioni, ma latitano poi gli sbocchi. Sarebbe bello che in Cei fosse creato un organismo nella pastorale giovanile per valorizzare queste esperienze di musica cristiana, adatte anche per favorire l’evangelizzazione» conclude don Luca, ora responsabile della pastorale vocazionale per la sua famiglia religiosa.

Hit parade cattolica

Complice internet, i social media (Youtube e Facebook su tutti) e le piattaforme di condivisione musicale (Spotify, Google Play Music, Deezer…), sono tanti i singoli e le realtà italiane di christian music cattolica a essersi affacciate alla ribalta. L’auspicio è che, incuriositi, cerchiate e ascoltiate alcuni brani, o riusciate ad apprezzarli dal vivo: molti artisti rendono al meglio proprio in concerto. Presentare una rassegna completa, poi, è impossibile: chiunque abbia un minimo di dimestichezza con l’argomento potrebbe suggerire nuovi artisti, confermando che, al di là delle apparenze, c’è fermento. Anche voi lettori e lettrici potete partecipare al simpatico gioco del «Ma non conosci…?», proponendo il vostro cantante di christian music preferito, o la vostra canzone del cuore, nei commenti di questo articolo sul sito del «Messaggero» o sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/messaggerosantantonio/!

Li abbiamo già citati, i più famosi e longevi sono i Gen. I Gen Verde più dei Gen Rosso, le donne più degli uomini in questa fase. L’ultimo loro lavoro, From the Inside Outside, mescola elettronica con rock, pop e un tocco etnico che rispecchia la composizione multiculturale del gruppo (venti donne di quattordici Pae­si diversi).

Su queste pagine abbiamo già presentato la rock band The Sun la quale, rientrata dalla Gmg di Panama, si è tuffata in un tour italiano lungo tutta l’estate.

A proposito di tormentoni: «anagraficamente» non potrà esserlo perché il brano non è di quest’anno, ma Come un prodigio di Debora Vezzani, oltre un milione e mezzo di visualizzazioni su Youtube, ha tutto per diventare la vostra canzone top della stagione. Da apprezzare anche la sua I.N.R.I. (Io Non Ritorno Indietro), che già dal titolo fa capire come nella musica cristiana di qualità ci sia una ricerca testuale davvero interessante, espressione, insieme all’abito musicale, della spiritualità dell’artista. E c’è poi un terzo livello, quello visivo offerto dai videoclip. Tra i tanti, anche sorprendenti, ecco quello dell’inno ufficiale della Marcia Francescana 2016, ovvero Alla porta del cielo dei Reale, band rock cristiana frutto della rinascita nella Comunità Cenacolo di Madre Elvira, dopo anni di tossicodipendenza. La Comunità ha anche una propria produzione di canti più soft, ma di altrettanto valore (Comunità Cenacolo), come del resto accade per molte realtà e movimenti ecclesiali: è il caso di Nuovi Orizzonti e a maggior ragione di Rinnovamento nello Spirito, che pubblica anche più di un cd all’anno.

In ambito francescano si segnalano Effatà franciscan band, appena usciti in cd con una loro intensa Messa originale, e la rock band Tu sei bellezza di fra Matteo Della Torre. Tra i religiosi, oltre ai noti suor Cristina (Scuccia) e fra Alessandro (Brustenghi), da seguire è l’attività dello stimmatino padre Raffaele Giacopuzzi, già animatore a Roma del Good news festival e più di recente del Sounds Spirit festival. Tutte realtà che meriterebbero un articolo intero per ciascuna!

Puntiamo su una carrellata di band, in ordine sparso: Diolovuole, Settantavoltesette, Fuoco Vivo, Nuova civiltà, Gruppo Shekinah, Maddalen’s Brothers, Kantiere Kairòs.

Nella categoria singoli artisti, possiamo puntare su Marco Tanduo, Michele Pavanello, Rachele Consolini, fra Massimo Corallo, Marco Mammoli.

Per concludere, tre piste del tutto particolari. La prima è rappresentata dal sorprendente duo Mienmiuaif (ovvero me and my wife, io e mia moglie), simpatia e note fuori dagli schemi. Infatti, per dirlo con parole loro, «non c’è nulla di più trasgressivo oggi dell’amore indissolubile»…

Infine, grande vitalità si registra nei mondi musicalmente più estremi. Nel rap stanno emergendo i nomi di Kose, Routy Miura, Luca Maffi DJ e il suo «rap gesucristico», Shoek, con quest’ultimo da scoprire anche nella sua travagliatissima biografia.

Nell’heavy metal c’è solo l’imbarazzo della scelta. Lasciatevi trascinare dal rock in latino, inglese, italiano di S91, Choirs of Veritas, Hypersonic, Enzo and the Glory ensemble, Sleeping Romance. Anche qui: dovendo proprio scegliere, puntate sui siciliani Metatrone, che producono anche notevoli videoclip.

Buon ascolto!

Data di aggiornamento: 08 Luglio 2019

3 comments

12 Luglio 2019
Ciao... accetto l'invito. E' il Minorock, gruppo rock mantovano... www.minorock.it
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di Davide

19 Luglio 2019
gruppo W.A.Y. di Via Pacis, Arco (TN)
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di Maria Luisa

21 Agosto 2019
'Sarebbe bello che in Cei fosse creato un organismo nella pastorale giovanile per valorizzare queste esperienze di musica cristiana, adatte anche per favorire l’evangelizzazione» conclude don Luca, ora responsabile della pastorale vocazionale per la sua famiglia religiosa'. Sono pluridiplomata in Conservatorio e appassionata di Canto gregoriano che ho un po' studiato per quattro anni al PIMS di Milano e alla riflessione di don Luca e rispondendo alla domanda 'Abbiamo il pieno diritto (dovere?) di cantare la nostra fede, pure al di fuori della liturgia', il mio semplice parere è quello di essere totalmente d'accordo, certamente sì, affinché si esegua e venga a distinguere ciò che è proprio, canto e musica, della liturgia lasciando quindi sfogo in altri ambienti a questo genere musicale.
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di Emanuela

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