02 Novembre 2018

Male di vivere

Nel giorno dedicato alla commemorazione dei defunti, il direttore fra Fabio Scarsato risponde ai dubbi di una lettrice in tema di suicidio.
Compito dell'uomo è amministrare quel grande dono concessogli da Dio: la vita.
Compito dell'uomo è amministrare quel grande dono concessogli da Dio: la vita.
erhui1979 / Getty Images

«Stimatissimo e amatissimo direttore, chi osa scriverle su un argomento così delicato e angosciante, il suicidio, è un antichissimo e fedelissimo abbonato da oltre cinquant’anni alla sua-mia rivista. Leggo da più parti che i decessi per suicidio in Italia stanno aumentando vertiginosamente. Le morti per suicidio, secondo recenti dati Istat, sono circa 4 mila, corrispondenti a un tasso standardizzato di 4,7 per 100 mila abitanti. Questo inquietante male di vivere, ahimè, ha inferto un duro colpo anche al centro caudino (Cervinara, AV, ndr) dove io risiedo stabilmente. […] Per non parlare dei suicidi che avvengono nelle carceri italiane: trenta le persone che dall’inizio dell’anno si sono tolte la vita. So che questo amaro fenomeno esiste da anni. Basti pensare al suicidio di personaggi storici (come Adolf Hitler) o del mondo artistico e culturale: Primo Levi, Luigi Tenco, Cesare Pavese, Ernest Hemingway, Mario Monicelli, Marilyn Monroe, Virginia Woolf e potrei continuare a oltranza. Non ho i titoli per valutare i motivi che inducono il suicida a un gesto così insano e sconvolgente. Credo che gli stessi psicologi e psichiatri abbiano grosse difficoltà nell’individuare le vere cause di queste estreme decisioni. Tuttavia sono convinto, nella mia umile cultura provinciale, che il suicidio, in genere, nasconda moltissimi lati oscuri e quindi un vero mistero per chi rimane dopo questo tragico evento, con le sue intuibili e dolorose conseguenze socio-familiari. […] La Chiesa, e soprattutto il Signore, come risponde a questa scelta di libertà e al mancato rispetto per la vita? Gesù ci insegna, umanamente, a non giudicare, per non essere giudicati. In ogni caso, presumo che debba prevalere sempre e comunque la misericordia di Dio».  Lettera firmata

 

Ricordarci, come la Chiesa da sempre afferma, che solo Dio è il padrone della vita, mentre noi siamo amministratori di un dono che ci è affidato e di cui ognuno responsabilmente renderà conto (e questo a proposito di suicidio, pena di morte, eutanasia, aborto, responsabilità sociale e via dicendo), è tutelarci da noi stessi: liberarci dai nostri deliri di onnipotenza e dai nostri egoismi. E rammentarci che anche la fatica fa parte del vivere: non ne è di per sé una degradazione o, peggio, una negazione. Non abbiamo bisogno di provocarla a bella posta, evidentemente, ma di imparare (e insegnare…) ad affrontarla quand’essa arrivi e farne un punto d’appoggio per qualcosa di vita in più. Ma, questo, lo stiamo facendo?

Inebriati da miti di eterna giovinezza e di vite senza inciampi di nessun tipo, che cosa stiamo testimoniando e trasmettendo ai nostri figli, generazioni fragili a cui abbiamo paura di dire di no o di permettere l’esperienza arricchente di fatica e dolore? Li abbiamo convinti che tutto va bene e che di niente gli verrà chiesto conto. Che tutto ciò che passa loro per la testa, solo per questo diventa un loro diritto esigibile. Da pavidi adulti ce ne stiamo ben lontani dalle loro angosce e dai loro maldestri esercizi provvisori di vita, perché non abbiamo eseguito bene nemmeno i nostri. E questa è cultura di vita?!

Qui, però, la Chiesa si ferma. Da qui in poi si apre il baratro del mistero e dell’incomprensibilità del cuore dell’uomo. Lì dove non c’è più un astratto «suicidio», ma persone che, per motivi che a noi e agli esperti restano fondamentalmente oscuri, decidono di togliersi la vita. Quanta stridente differenza anche tra gli esempi che fa il nostro lettore! Qui noi tacciamo, pur convinti che il suicidio non è una soluzione né per chi se ne va né, tanto più, per chi resta. Qui entra in gioco, come per ognuno di noi del resto, la misericordia di Dio, che solo ci conosce veramente.

Data di aggiornamento: 02 Novembre 2018
Lascia un commento che verrà pubblicato