Londra, città di arrivi e partenze

Testimonianza di Riccardo Biasiotto

Salve, a seguito di un mio articolo pubblicato nel vostro sito nell’angolo dei lettori dal titolo «Sbarco alla capitale del mediterraneo» volevo mandarvi in allegato un articolo scritto dopo l’esperienza che ho vissuto a Londra con la congregazione scalabriniana. Grazie dell’attenzione, cordiali saluti. Riccardo Biasiotto*

*Riccardo Biasiotto, 24 anni, laureato in Economics and Management all'università Ca Foscari di Venezia. Attualmente frequenta un Master in Progettazione Europea all’università di Roma La Sapienza, responsabile di Azione Cattolica a Villanova di Camposampiero (PD), interessato a tematiche europee legate all’immigrazione.

 

Londra: città di arrivi e di partenze

Parto da Venezia, un bagaglio a mano, uno zaino e il mio portatile. Mi imbarco nell’aereo con quella sensazione di benessere e voglia di esplorare che accompagna il viaggio di ognuno di noi, quella sensazione che precede qualunque partenza, dove si sa da dove si parte ma non si sa mai cosa possa attenderci all’arrivo. È il bello del viaggio. Durante il tragitto guardo fuori dal lunotto dell’aereo, un piccolo scorcio di mondo, una visione privilegiata sulle Alpi innevate che si perdono tra il bianco delle nuvole, un'immensa distesa di cime bianche che delineano la terra. Dopo un’ora di volo il bianco delle Alpi ha lasciato spazio a immense distese verdi, che mi accompagnano durante le due ore di autobus dall’aeroporto verso il centro della città... Londra!

È una città dai mille volti, dalle mille sfaccettature. È bello perdersi per esplorarla senza alcun programma da seguire. Londra è così: ogni luogo che incontri ti lascia senza fiato. Ripenso ai volti delle persone che ho incontro durante questo viaggio, bianchi, neri di tutte le nazioni e di ogni religione. Nella città più multiculturale d’Europa la diversità diventa una ricchezza, capace di racchiudere il mondo in un unico luogo. Inizio a esplorarla seguendo i tradizionali itinerari turistici. La percezione è proprio quella di vivere in una città vivace e in continua trasformazione, una tra le più culturalmente attive e stimolanti al mondo. O, per dirla alla maniera inglese, «a vibrant city».

«Londra è una città per lavorare, non per viverci» mi confessa padre Francesco, che da sette anni vive al numero 22 di Brixton Road; ecco che allora inizio a vedere la città sotto un altro punto di vista, abbandono per un momento i panni del turista di passaggio per osservare la città con gli occhi di chi a Londra vive. Inizio ad osservare... Le giornate sono scandite dai tabelloni delle metro che corrono imperterrite senza sosta, migliaia di persone si muovono ogni secondo per raggiungere il posto di lavoro, bisogna fare in fretta. Questa non è più la Londra dei turisti che hanno tempo di fermarsi per osservare i «Girasoli» di Van Gogh alla National Gallery, questa è la città di chi lavora per permettersi di vivere in una città dalle mille opportunità, ma nella quale la forbice sociale è sempre più ampia e le disuguaglianze aumentano giorno per giorno. 

Lo splendore culturale della città si scontra quindi con una società fortemente frammentata, Londra è la terza città più costosa d’Europa e la prima per il costo degli affitti. «Se sei ricco sei ben accettato a Londra» mi racconta Luc, padre scalabriniano, durante una delle tante colazioni che ho avuto la fortuna di fare all’interno della loro comunità.  Ritorno per strada per vivere la realtà londinese. Incontro un ragazzo italiano dall’aria stanca e, come ogni cittadino di Londra, sempre di fretta. Lo fermo e inizio a fare conversazione per capire meglio la vita in questo «finto paradiso». Luca ha 27 anni, mi dice: «Faccio volantinaggio di giorno e di sera lavoro in un ristorante». Alla mia domanda sul perché avesse scelto di trasferirsi dall’Italia per vivere a Londra, un po’ stranito mi risponde come fosse ovvio: «Qui ci sono più possibilità di lavoro».

Londra non è per tutti. Nell’immaginario collettivo spesso rappresenta la città dove tutto è possibile, una sorta di soluzione a tutti i problemi, ma la realtà è ben diversa. Se è vero che la città ha tanto da offrire, è altrettanto vero che non ha da offrire a tutti. È fatta di contraddizioni: capace di dare tantissimo e allo stesso tempo di togliere moltissimo. Una città che dev’essere vissuta per essere capita, restando sempre una realtà sfuggente per chi ha già un biglietto per tornare e una realtà complessa per chi invece ha staccato un biglietto di sola andata.

Data di aggiornamento: 29 Maggio 2018