30 Gennaio 2014

Lettere al direttore

Lettere al direttore

 

Mia sorella mi odia a causa dell’eredità



«Gentile direttore, le scrivo perché vivo da tempo una situazione che mi turba anche come cristiana. Ho una sorella che, dalla morte dei miei genitori, ha deciso di non considerare più né me, né mio marito né i miei figli, parte della sua famiglia. Al momento di ereditare, lei era sicura di trovare un certo “gruzzolo” di risparmi che purtroppo non c’era, né mai è esistito. Ebbene, lei si dice convinta che questi soldi sono finiti nelle mie tasche. Dunque, mi tratta come una ladra. A nulla è valso provare a parlare, né tantomeno verificare insieme i conti correnti dei nostri genitori. A me pare che ci sia una forma di odio, covato chissà da quanti anni, ora esploso.



Il mio dubbio è: cristianamente, in una situazione del genere, che cosa si deve fare? Quando uno sente di aver tentato e sperato tutto, al di là di pregare che cosa può fare? Un sacerdote mi ha detto di pregare per loro, e non angustiarmi oltre. Ma io vorrei sapere se è lecito chiudere definitivamente un rapporto, perché anche se siamo sorelle non c’è davvero alcun amore, né rispetto. E quante ne sento, di storie simili. Mai avrei pensato potesse accadere a me. Come si può conciliare una simile situazione con la fede cristiana che abbiamo? È una domanda che non mi abbandona
».

Lettera firmata

 

Il denaro, da che mondo è mondo, ha sempre creato conflitti e la situazione che lei racconta è comune a molte famiglie… Lo ha rilevato lo stesso papa Francesco, lo scorso 21 ottobre: «Quante famiglie distrutte abbiamo visto per problemi di soldi: fratello contro fratello; padre contro figli… Quando una persona è attaccata ai soldi distrugge se stessa, distrugge la famiglia». Il problema non è il denaro in sé che, come ha detto lo stesso Pontefice, serve «per portare avanti tante cose buone, tanti lavori, per sviluppare l’umanità», ma è l’atteggiamento che ciascuno di noi ha verso di esso. Chi accumula tende a passare, spesso senza avvedersene, dall’uso a una vera e propria forma di idolatria; ogni azione è in funzione dei soldi e a essi si sacrificano tutti i rapporti.



Non si possono servire due padroni, il denaro e Dio, ha affermato papa Francesco ricordando le parole di Gesù, così come non ci si può dire uomini e donne di fede se non si avverte, al contempo, lo slancio di affidarsi a quel Padre «che fa fiorire i gigli del campo e dà da mangiare agli uccelli del cielo». Lei sta vivendo sulla sua pelle la potenza distruttrice dell’avidità, la quale ha tolto a sua sorella la capacità di distinguere il vero dal falso e di dare la giusta importanza alle relazioni familiari. Mi permetto un’ulteriore sottolineatura, per quello che rie­sco a capire dalla sua lettera che qui ho dovuto tagliare per esigenze di spazio. Pare, infatti, di intuire che dietro all’atteggiamento di sua sorella si celi anche un passato irrisolto. Forse una gelosia per il rapporto prezioso che lei aveva con i genitori? O una competizione tra sorelle di cui lei non si era mai accorta? L’eredità, purtroppo, può far esplodere i conflitti repressi, far emergere le proprie frustrazioni.



Che fare, mi chiede? Credo che innanzitutto occorra perdonare e perdonarsi, non per ingenuo buonismo verso se stessi o verso gli altri, ma perché la delusione, il senso di frustrazione e di colpa logorano rischiando di annientare anche chi cerca di agire per il bene. Pensi che la sofferenza che sta vivendo è frutto di una debolezza, del limite di una persona alla quale la lega un profondo affetto. Una cattiveria indotta da una miopia del cuore. Il problema, però, non si risolve donando agli altri un paio di occhiali: una vista nuova è una conquista che spetta a sua sorella fare. C’è chi ci arriva nel tempo e chi si chiude per sempre nella sua cecità. Tenga la porta aperta e attenda con serenità e fiducia. Non abbia mai a rimproverarsi di aver tolto l’ultima chance all’amore.


 



Sinodo e futuro della famiglia



A seguito della lettera Divorziati risposati, come la mettiamo? (MSA, dicembre 2013), in molti avete voluto farci conoscere il vostro punto di vista sulla questione. Ringraziando tutti per i contributi, vogliamo segnalare una notizia importante. La Chiesa sta facendo, in vista del Sinodo dei vescovi sulla famiglia (ottobre 2014), una grande operazione di ascolto. Allo scopo è stato predisposto un utile strumento partecipativo, un questionario scaricabile dal sito www.familiam.org. L’invito è a leggerlo, meditarlo e a inviare il proprio contributo. Nonostante il termine fissato al 31 gennaio, c’è ancora qualche giorno per dare il proprio apporto.



 



Festa della Lingua di sant’Antonio


 

La Festa della traslazione delle Reliquie del Santo, detta «Festa della lingua», è in programma quest’anno per domenica 16 febbraio 2014. Ecco le celebrazioni della giornata:



-Ore 10.00, santa Messa per gli associati al «Messaggero di sant’Antonio», presieduta da fra Giancarlo Zamengo, Direttore generale del «Messaggero di sant’Antonio».



-Ore 11.00, santa Messa pontificale presieduta da Monsignor Vittorio Lanzani, Delegato pontificio per la Basilica.



-Ore 17.00, santa Messa solenne presieduta da fra Giovanni Voltan, Ministro provinciale, alla quale seguirà la processione interna alla Basilica, con la reliquia del mento di sant’Antonio portata a spalle dai membri della Pia Unione Macellai Militi dell’Immacolata.





Lettera del mese.

Oltre il desiderio

 

E al figlio chi ci pensa?

 

Il desiderio di paternità e maternità è sacrosanto, perché segno della presenza di Dio in ciascuno di noi. Per questo va vissuto con responsabilità, fantasia e nei limiti delle proprie scelte di vita. E, soprattutto, pensando ai bisogni del piccolo.

 


«Leggo esterrefatto di coppie dello stesso sesso che fanno sapere di voler diventare genitori. L’attenzione, però, come spesso accade in questi casi, non è posta sui più piccoli, su chi è indifeso e alla mercé degli adulti, e che non può scegliere né esprimersi. Quello che importa sono i desideri degli adulti. Una coppia omosessuale fa sapere che “il tutto è nato dal nostro desiderio”, leggo testualmente. Ma questo è un motivo sufficiente? Quello che interessa pare essere solo il desiderio degli adulti. Nessun rispetto per i bambini, per il loro intrinseco bisogno di avere un padre e una madre come la natura ci insegna da quando ha avuto inizio il genere umano (anche perché, se così non fosse stato, noi oggi non ci saremmo)».

Lettera firmata

 

Nessun dubbio che Dio è padre e madre di tutti, giusto per essere chiari da subito. Nessun dubbio poi che due persone dello stesso sesso possano volersi davvero bene. E talvolta anche più di quanto non se ne vogliano due persone di sesso diverso, con maggior fedeltà e rispetto reciproco. Nessun dubbio nemmeno sul fatto che due persone dello stesso sesso possano essere bravi educatori, coerenti e capaci. E nessun dubbio che per essere padri e madri non sia sufficiente generare fisicamente (ma una mamma che per nove mesi si porta nel pancione il suo bebè, sa quanta «fisicità» comunque ci sia in una maternità!). Ma nessun dubbio nemmeno sul bisogno di ogni bambino e bambina di essere cresciuti da un papà e da una mamma che del papà e della mamma abbiano tutte le caratteristiche fisiche, umane, psicologiche, pedagogiche e persino spirituali.



Voglio dire, che non giochino a fare i genitori, magari dividendosi a tavolino le parti, ma lo siano sul serio: nella loro irrinunciabile diversità e complementarietà. E con ciò non sto pensando a rigide distinzioni «operative»: che i papà imparino pure a cambiare il pannolino ai figli, e che le mamme non siano discriminate in nessun modo sul posto di lavoro! Sto solo pensando alle inappropriate conseguenze che talvolta, un po’ troppo presi da noi stessi, traiamo dalle nostre premesse pur corrette. Sto pensando, cioè, in modo particolare, a quando confondiamo troppo sbrigativamente i nostri desideri con i nostri diritti. O, peggio, quando i nostri desideri assurgono al rango di diritti, e solo per il fatto che li abbiamo provati noi. Se poi questo stesso desiderio ci impedisce di percepire il bisogno dell’altro, la questione si ingarbuglia ancora di più, poiché porta a mescolare piani e linguaggi che andrebbero invece distinti e salvaguardati.



Provate a pensare se tutto ciò valesse anche per i nostri adolescenti in preda ai loro desideri ondivaghi e incoerenti. Che felici sarebbero! E che tragedia per i genitori, però, i quali spendono le migliori energie per insegnare ai figli che non tutti i desideri devono essere o saranno esauditi: perché non sempre e non tutti i desideri per il solo fatto di essere tali sono anche «buoni». E anche perché il fatto di sentirli non garantisce che essi siano pure realizzabili. Nella vita si cresce anche imparando tutto questo e cioè che non siamo onnipotenti né che abbiamo ogni cosa sotto controllo, ma non per questo siamo meno degni o meno belli. Siamo imperfetti, questo sì, ma anche più umani nel momento in cui accettiamo i nostri limiti, cioè accogliamo quell’incompletezza che solo Dio potrà riempire.



Ma torniamo alla questione posta dal nostro lettore, nella sua lunga lettera che ho dovuto accorciare per limiti di spazio. Il desiderio di paternità e maternità è sacrosanto, un segno della presenza di Dio in ciascuno di noi (non venite a dirlo a uno che ogni giorno fa i conti con il voto di castità!). Ma va vissuto nella responsabilità, nella fantasia e nei limiti delle proprie scelte di vita. La battaglia per la dignità di ogni uomo e donna, non passa, se non di striscio, dall’uniformità. Perché è battaglia per l’identità e le opportunità, e non per poter comunque tutti fare le stesse cose: «Ognuno secondo la propria specie», recita il racconto della creazione (Gen 1,11).



Vi assicuro che personalmente avrei un grande desiderio di salire in cima al monte Everest: ma non per questo ho il diritto di arrivarci a tutti i costi, esigendo che mi ci portino in elicottero o che mi aprano una strada che tocchi la cima. Per cui tanto vale che mi accontenti, con serenità e soddisfazione, di una passeggiata sui colli Euganei.



Lettere al Direttore, scrivere a: redazione@santantonio.org





 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017