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Rubem A. Alves

La bellezza del crepuscolo

15 Settembre 2018 | Recensione di
copertina del libro La bellezza del crepuscolo
Scheda
Qiqajon
2018
€ 10,00
Rubem A. Alves (1933-2014) è stato un teologo e pedagogista brasiliano

«Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’età / dopo l’estate porta il dono usato della perplessità» cantava Francesco Guccini nella sua Canzone dei dodici mesi. Una perplessità che coglie molti di noi quando pensiamo al tempo del crepuscolo umano, vale a dire a quell’età della vita in cui per la prima volta ci si trova a fare i conti con la vecchiaia. In simili momenti (ma non solo) ci si può fecondamente approcciare a questo volume delle edizioni Qiqajon, che sin dal titolo dichiara il suo punto di vista: La bellezza del crepuscolo. Autore ne è Rubem Alves, teologo e pedagogista brasiliano.  Siamo dinanzi a «una raccolta di narrazioni e brevi cronache che l’autore ha scritto e pubblicato in varie opere, testi e riviste», avvisa Marco Dal Corso nella prefazione. «Il criterio della scelta dei brani riposa nel titolo che ci introduce al filo rosso che lega questi testi: cantare la bellezza del crepuscolo, voler vedere l’alba anche all’imbrunire, saper esaltare la stagione del tramonto per antonomasia».Ecco dunque che la vecchiaia non è narrata come un semplice tempo di riflessione, ma un tempo da vivere in pienezza. Scrive infatti Alves: «Il calendario mi informa che un altro anno della mia vita se n’è andato. Vedo il cumulo di sabbia nella parte inferiore della clessidra. La parte superiore, gli dèi, per loro bontà, me la nascondono. Chiedo di vivere per molti anni, perché la vita è molto bella. Ma per questo è necessario che la mia fame sia ogni volta maggiore». Una fame di vita buona, capace di riempire il cuore e di dare senso anche alle difficoltà di questi anni. «A mezzogiorno si fa lavoro e politica – sottolinea Alves –. Al crepuscolo si fa poesia. Quando il sole sta nel mezzo queste idee non ci disturbano. (...) C’è molto tempo ancora. Le abitudini del lavoro nascondono la nostra verità. Ma esse non possono impedire né che la sera arrivi, con i suoi colori dell’addio, né che l’autunno arrivi, annunciando l’approssimarsi dell’inverno. Ed essi ci inducono ad avere pensieri diversi, pensieri di solitudine. Sono maestri silenziosi. Se diamo loro attenzione e ascoltiamo quello che hanno da dire, diventeremo saggi».

Data di aggiornamento: 15 Settembre 2018