Kenya: un dormitorio per proteggere le bambine

Un progetto dei frati per permettere alle bambine d’inserirsi in un processo di formazione umana e scolastica, risiedendo accanto alla scuola.
11 Aprile 2019 | di

A favore delle bambine, ma senza trascurare i bambini. Chi ha la missione nel cuore non seleziona, al contrario coinvolge, sapendo però che le differenze di vita e di opportunità ci sono e vanno considerate, smussate e quanto prima appianate. È stato questo il pensiero alla base di un progetto realizzato nel villaggio rurale di Ruiri, Limuru, a 30 chilometri da Nairobi, capitale del Kenya. Si tratta di un dormitorio per le bambine della scuola primaria, un progetto semplice a prima vista, che invece racchiude una piccola rivoluzione.

A chiederne la realizzazione i frati minori conventuali, in missione nel Paese dell’Africa Orientale dal 1984: «Questa zona rurale, arida e povera – racconta padre Kazimierz Szule, custode provinciale e referente del progetto – offre poco ai suoi abitanti, quasi tutti dediti all’agricoltura di sussistenza. Vivendo con loro abbiamo capito che l’aiuto migliore poteva venire dall’educazione dei bambini e delle bambine e, così, nel 2011, grazie anche all’aiuto dei sostenitori della Caritas Antoniana, abbiamo costruito il nido e la scuola primaria Sant’Antonio di Padova».

Lotta alla diseguaglianza

Dal 2003 il governo ha dichiarato gratuita la scuola primaria. Un passo che ha incrementato i tassi di alfabetizzazione nel Paese, ma nelle zone rurali le lancette del progresso sono rimaste ferme. Tanti i motivi: gli insegnanti più bravi emigrano in città, attratti da salari più alti, mentre i genitori, analfabeti a loro volta, non considerano la scuola una priorità, specie per le figlie femmine. I dati confermano la situazione: in alcune zone del Paese solo il 20 per cento delle bambine frequenta la scuola primaria, mentre il 30,5 per cento contrae matrimonio in giovanissima età. Le poche risorse familiari a disposizione sono riservate ai maschietti, mentre le femmine restano a casa. Diseguaglianze di genere che diventano ipoteche per le generazioni future, visto che una mamma poco istruita ed economicamente dipendente non ha i mezzi spirituali e materiali per curare e proteggere in modo adeguato i figli.

«Abbiamo puntato tutto sulla formazione di qualità – spiega fra Kazimierz –, e oggi siamo tra le migliori scuole della zona. Ma rimane il problema del dormitorio. Molti bambini vengono da lontano e sono esposti a gravi pericoli durante il tragitto. Le bambine in particolare sono spesso oggetto di violenze. Molte soffrono anche a causa delle mutilazioni genitali, ancora molto diffuse nelle comunità rurali. In più tornare stanchi al villaggio povero e squallido, mangiando poco e male, non aiuta la concentrazione nello studio».

Prima le bambine

Nel 2014, inseguendo il sogno del dormitorio, i frati comprano un terreno vicino alla scuola: «Abbiamo 264 tra alunne e alunni e ci occorrerebbero due dormitori distinti, ma non abbiamo soldi a sufficienza». Che fare dunque? Costruirne uno, quello delle bambine, sovvertendo l’ordine tradizionale in nome dei valori francescani che mettono al centro gli ultimi. Una piccola grande rivoluzione. La somma richiesta è pesante, 244 mila euro, ma è suddivisa tra più realtà. La quota sostenuta da Caritas Antoniana è di 45 mila euro.

«Il 15 gennaio di quest’anno – racconta fra Pius Musyoka, direttore della scuola –, abbiamo aperto il dormitorio. È stata una festa per la comunità. Le bambine ora sono al sicuro, in un ambiente bello e sano, che invita allo studio e che possono finalmente chiamare “casa”». Certo, ora tocca ai bambini, che stanno aspettando il loro turno con un po’ di impazienza. Eppure anche da questa attesa ricaveranno un insegnamento: la capacità di rallentare il passo per permettere alle compagne di raggiungerli, per poi spiccare insieme il volo verso un nuovo futuro.

Data di aggiornamento: 11 Aprile 2019
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