Gesù, il nuovo inizio

«Ti rendiamo grazie, Padre Santo, perché tra i rigori del freddo invernale fai fiorire per noi un tempo di primavera. Nel Natale del tuo Figlio Gesù benedetto infatti ci prepari un tempo primaverile colmo di ogni dolcezza» (Sant’Antonio)
06 Gennaio 2019 | di

«Il cristianesimo non fa che iniziare, ogni giorno inizia» scrive Enzo Bianchi e lo sanno gli interpreti dei segni dei tempi di sempre. E naturalmente è così anche per la Chiesa nel suo essere e agire. Questo vale anche per ogni cristiano che umilmente si senta tale. Egli è un peccatore che ogni giorno riparte da Gesù, come il giorno più opportuno per l’occasione della vita, perché è Gesù stesso che riparte per primo, che rimette in gioco se stesso.

Sappiamo che alcune guide della Chiesa sono cadute in scandali a causa dei quali non poche persone decidono di restare fuori da essa. Purtroppo, talvolta, la nostra cristianità di tradizione sembra un mare di non pensiero; è iper-social ma indifferente ai cosiddetti «valori,» mentre il «bene» e il «male» non sono sanciti da un patto morale ma da interessi di parte. E sembra vincere sempre chi si impone.

La tentazione clericale del «chi è fuori è fuori...» non paga, e neppure quella sorta di depressione da «casa vuota» che prende quando i sociologi lanciano i loro periodici allarmi cercando di farci aprire gli occhi sulla realtà.

Senso di fallimento, dunque, oppure nuova attenzione a nuove opportunità per dire Gesù Cristo oggi, senza potere o senza timidezze? A pensarci bene la storia è piena di nuovi inizi dopo crepuscoli ritenuti definitivi. Ognuno di noi sta sulla sua personale frontiera: come genitore, educatore, sacerdote. Perché, allora, non seguire «il filo della vita», ripartendo, cioè, dalla vita stessa, noi che dobbiamo tutto a Uno che si è fatto carne umana, che ha scelto la vita nel tempo e ha dato valore alla vita di tutti?

Sant’Antonio con Gesù in braccio mi pare un bellissimo segno della «ripartenza» di Dio, dopo quel primo inizio con il maldestro padre Adamo, nella quale non manca mai un «virgulto», un «ceppo», un «resto» da cui tutto possa riprendere migliore forma.

Scrive il Santo nel Sermone di Natale: «Il bambino non sa nulla della malizia del mondo; è incapace di fare peccati; non fa del male al suo prossimo; non serba rancore; non odia nessuno...».

Tornare a quel Bambino, cioè dare e ridare presenza e volto a Gesù: nella vita concepita, nella vita segnata da limiti e disabilità, nella vita dei vecchi e dei malati, nelle vite «scartate». Da quel presupposto di innocenza e di verità tutto può, sempre, ricominciare.

Data di aggiornamento: 06 Gennaio 2019
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