Chiudiamo le Paralimpiadi?

Non sarebbe bello far confluire nelle sole Olimpiadi atleti (normodotati e disabili) insieme? Intanto godiamoci i Giochi Paralimpici di Rio e tifiamo per i 101 azzurri che ci rappresenteranno.
07 Settembre 2016 | di

Ci siamo, fino a domenica 18 settembre vanno in scena a Rio i Giochi Paralimpici numero 15, ultimo capitolo dell’epopea brasiliana che ha reso la megalopoli latina il centro delle ultime estati mondiali (2013 con la Gmg, 2014 con i Mondiali di calcio, 2016 con Olimpiadi e Paralimpiadi).

È chiamata «secondo capitolo» dei Giochi, «appendice», forzando quel prefisso «para» quasi a farlo diventare un «pseudo», un «quasi» limitativo e in sostanza fasullo. Ma allora, perché non spazzare via ogni ambiguità e chiudere le Paralimpiadi? Varare Olimpiadi, eventualmente più lunghe, con gare separate, ma nella stessa kermesse, stessa cerimonia di apertura e stessa cerimonia di chiusura, un unico messaggio di sport integrato. Magari ci arriveremo. Ma intanto godiamoci il settembre di Rio 2016.

Mettiamo da parte le ombre che hanno funestato la vigilia. Da una parte c’è il doping russo, con la coraggiosa esclusione in blocco della nazionale di Mosca, rea di aver coperto casi di cui nemmeno lo sport disabili è immune. Le polemiche non si sono ancora placate. Così come non si è ancora chiarita la questione fondi: davvero sono finiti e per le Paralimpiadi restano solo gli spiccioli? Voci del genere si erano già diffuse durante i Giochi di agosto, per poi dimostrarsi sostanzialmente infondate: speriamo sia così anche questa volta.  

La carica dei 101

Diamo qualche numero. Oltre 4 mila atleti (4.022 per la precisione) in rappresentanza di 176 Paesi (record, erano 164 a Londra), gareggeranno in 23 sport, per un totale di 528 eventi in 20 diverse sedi.

E gli italiani? La spedizione azzurra la potremmo chiamare «la carica dei 101», visto che il contingente nostrano si presenta allo start con un numero di atleti a tre cifre, qualcuno in più del previsto proprio «grazie» all’assenza russa: i posti a disposizione sono infatti stati riassegnati. I loro volti sorridenti stanno conquistando uno spazio crescente, sui media e sulle ribalte italiane. Ed è giusto così, perché ciascuno di loro ha una storia coinvolgente da raccontare, la incarna addirittura con la sua sola presenza. 101 storie tutte da scoprire, come quelle più famose di Alex Zanardi, Giusy Versace, Bebe Vio, o quelle degli inossidabili Alvise De Vidi (11 medaglie paralimpiche in carriera) e Francesca Porcellato (decima partecipazione a una Paralimpiade!).  

Risorse multimediali

Per seguire le paralimpiadi vi segnaliamo alcune valide risorse multimediali. La prima è il sito ufficiale di Rio 2016, dalla grafica accattivante e coinvolgente (non c’è in italiano però).

Per chi desidera ricevere le notizie in tempo reale su smartphone o tablet, la cosa migliore è scaricare l’applicazione curata direttamente da Rio 2016 (per iOs, android e Windows Phone), in inglese.

Risorse in italiano sono il sito ufficiale della delegazione azzurra, completo e costantemente aggiornato.

Ultimo indirizzo è quello di un progetto molto interessante, curato da Redattore Sociale: si tratta di Memoria Paralimpica, film documentario andato in onda su Rai 2 nei giorni scorsi, che racconta la nascita e lo sviluppo dello sport disabili in Italia. «Questo film – ha affermato Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico – racconta la più grande trasformazione dello sport italiano: eravamo un piccolo ghetto, una “riserva degli indiani” nel grande microcosmo del Coni. Oggi siamo ente di diritto pubblico, abbiamo cioè elevato a interesse del Paese e della comunità qualcosa che prima era confinato a noi atleti paralimpici». E chissà quante altre belle sorprese ci riserverà il futuro.

Buone Paralimpiadi a tutti!

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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