28 Gennaio 2019

Batteria a ritmo di jazz

«Qui ho incontrato grande disponibilità e poca discriminazione. Alle persone interessa se sei capace di fare bene quello che fai» dice l’affermato batterista Luca Santaniello, migrato dal Molise a New York.
Luca Santaniello

«Qui non conta chi sei, ma cosa sai fare». Luca Santaniello, batterista italiano a New York, sintetizza così la sua esperienza nella capitale del jazz, la città che gli sta regalando un fiume di emozioni e opportunità da quando è arrivato negli Stati Uniti.

«Sono partito pochi giorni prima dell’attacco alle Torri gemelle, ma da allora ho iniziato ad amare questa città in cui ho scelto di vivere», afferma con una parlata tranquilla, pacatissima, tutto il contrario delle sue bacchette quando si scatenano sui piatti e i tamburi. Luca nasce a Campobasso, ama la batteria sin da piccolo, e si diploma al Conservatorio Perosi della sua città. Il Molise gli va stretto. Decide così, nel 2001, di seguire due amori: la ragazza e la musica negli States.

Arriva nella Grande Mela, e inizia a fare incontri importanti. La prima esperienza è ad Harlem con un grande musicista, Rahn Burton, «genio dell’organo Hammond». Luca studia al Brooklyn Queens Conservatory, e inizia a essere parte integrante dell’ambiente musicale newyorkese muovendo i primi passi nelle band di Harry Allen, JD Allen, Rahn Burton, Grant Stewart. In parallelo intensifica l’attività di free lance nel mondo del jazz internazionale, ponendosi fra le stelle nascenti della sua generazione. La sua abilità emerge. Nel 2009 diventa il primo italiano a essere selezionato come studente dal miglior profilo al corso di jazz della Juilliard School di New York, l’Artist Diploma, ricevendo una borsa di studio. «È stato un riconoscimento importante: mi ha dato l’occasione di suonare in concerti per due anni, partecipare a seminari e master class in America e in Europa». Oggi continua la collaborazione con la Juilliard School come aggiunto nel corpo docente.

Collaborazioni professionali con i leggendari sassofonisti Benny Golson, il contrabbassista Ron Carter e Lee Konitz arricchiscono le sue esperienze come quella con Joseph Lepore, eclettico contrabbassista salernitano; e con Roberta Gambarini, talentuosa cantante torinese. Grazie ai successi di Luca, numerosi musicisti italiani decidono di andare negli Stati Uniti e seguire, come lui, la via del jazz. Nel 2014 riceve il premio dell’Unesco come «Molisano insigne all’estero». Non mancano i dischi, registrati negli Usa, in Europa e in Messico con grandi artisti. E le tournée. Dopo la Spagna con il «Lluis Capdevila Trio», e in Italia con il «Luca Santaniello Drums Limited», a marzo è in Messico con l’«Alex Mercado Trio», prima di andare a Londra, a maggio. Luca si diverte, tanto da fare anche la comparsa come batterista nel film The Girl in the Park con l’attrice Sigourney Weaver. «Qui ho incontrato grande disponibilità e poca discriminazione. Alle persone interessa  se sei capace di fare bene quello che fai».

Data di aggiornamento: 28 Gennaio 2019
Lascia un commento che verrà pubblicato