17 Marzo 2017

Armonia e conflitto di coppia

Quando parliamo di armonia di coppia non intendiamo una dimensione priva di scontri o una sorta di oasi felice, ma uno «spazio noi» in cui si accettano le diversità dell’altro.
La comprensione è fondamentale per l'equilibrio di coppia.
La comprensione è fondamentale per l'equilibrio di coppia.
Laurence Mouton/GETTY IMAGES

Il benessere di una coppia, indipendentemente da quanto sia giovane la relazione, è notevolmente influenzato dalle modalità comunicative tra i partner che si instaurano fin dall’inizio della storia. Se è indubbio che gli aspetti comunicativi, nel corso della vita insieme, sono soggetti a mutamenti, è pur vero che alcuni aspetti interattivi tra i due partner, presenti fin da subito, possono più o meno agevolare l’armonia della coppia.

L’armonia di coppia comprende diverse sfaccettature della relazione: l’intimità, la complicità, la sintonia, lo scambio, il confronto, la complementarietà, il sostegno, la gratificazione, l’alleanza, la fiducia… e tra i vari possiamo annoverare anche la capacità di tollerare i conflitti. Infatti quando parliamo di armonia di coppia non intendiamo una dimensione priva di scontri o una sorta di oasi felice, ma uno «spazio noi» in cui si accettano le diversità dell’altro, si accoglie il confronto e si esprime il disaccordo come un momento di «in-contro», non di scontro. In tal senso il litigio può essere considerato sano perché porta, attraverso un conflitto costruttivo, alla chiarificazione oggettiva delle situazioni che creano disagio a uno o entrambi i partner. Ciò, se vissuto nella libertà e nel rispetto reciproco, si trasforma in un’opportunità di crescita reciproca e di riflessione.

Perché questo possa avvenire è necessario prima di tutto che i due partner riconoscano apertamente e con fiducia che ci sono alcuni aspetti della propria relazione che generano disagio in uno dei due o in entrambi e che riescano a portarli alla luce per trovare veramente una soluzione. A volte questo non avviene e i problemi vengono nascosti, facendo così emergere un conflitto coperto, ma costantemente attivo e non risolto: si genera così un malcontento che non viene espresso chiaramente e direttamente, e che traspare sotto altre forme o in altre vie durante le interazioni quotidiane, attraverso altri piccoli comportamenti ostili che contribuiscono a mal disporre il partner in quanto si sente aggredito, trattato male o prevaricato senza conoscerne precisamente il motivo, quasi stesse subendo una cattiveria gratuita. Questa dinamica presuppone l’instaurarsi di un circolo vizioso per cui ognuno si sente legittimato ad essere scortese o brutale con l’altro, lacerando ancora di più il legame di coppia.

Riconoscere e affrontare apertamente i problemi che possono presentarsi nella relazione è, dunque, un presupposto necessario a una buona armonia. Esso non è però sufficiente: è importante anche comunicare in modo costruttivo, sapendo mettersi in reale ascolto dell’altro e di se stessi e imparando a esprimere i propri sentimenti, bisogni e desideri. Lo psicologo statunitense John Gottman, dell’Università di Washington, dopo anni di ricerche sulle relazioni di coppia, è giunto alla conclusione che il problema non è il fatto di litigare ma il «come» si litiga.

Egli individua quattro aspetti relazionali della comunicazione che producono litigi fini a se stessi e affatto costruttivi:

1) la critica generalizzata che investe ogni azione fatta dall’altro;

2) il mettersi sulla difensiva ogni volta che l’altro fa un’osservazione e questo atteggiamento porta a negare ogni responsabilità nelle situazioni;

3) il disprezzo verso quanto dice o fa l’altro, espresso attraverso sarcasmo, derisione, scherno;

4) il muro di gomma, ovvero il «finto sordo» che reagisce con indifferenza alle obiezioni mosse dal partner.

Al contrario invece, le coppie stabili e affiatate, gestiscono i propri litigi accompagnandoli con scuse, umorismo o gesti che rinsaldano l’armonia. In queste coppie, infatti, i partner hanno più frequentemente atteggiamenti che esprimono conferma verso l’altro, comportamenti riparatori dopo le discussioni, gesti che evocano affettività e intimità.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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